Continua, in tutto il Tigullio, la campagna “La Liguria è spenta. Riaccendiamola.” Dopo la prima campagna che ha descritto un desolante quadro generale del lavoro svolto nei cinque anni nella giunta Toti, e la seconda che ha condotto una analisi specifica sui vari temi riguardanti la sanità nella nostra Regione, da oggi iniziamo ad analizzare i temi riguardanti il sistema dei trasporti liguri.
In questi cinque anni l’amministrazione Toti ben poco ha fatto per risolvere i tanti disagi del trasporto ligure.
Ci sono tantissime persone, ragazze e ragazzi, lavoratrici e lavoratori che ogni giorno necessitano di spostarsi e devono farlo tra mille disagi.
Tanti studenti sono costretti a fare un doppio abbonamento treno/bus raddoppiando i costi di spesa, perché non prevedere un abbonamento unico per gli studenti e i giovani?
A Genova funziona il biglietto unico integrato, perché non prevederlo in tutta la Regione con tariffe agevolate per le fasce deboli della società?
La vita dei pendolari è costellata di disagi, il contratto che la Regione ha con Trenitalia non funziona. Occorre rivederlo per renderlo più utile ai bisogni dei Liguri.
I treni in funzione oggi sono vecchi di anni.
C’è un grande piano di investimento ma per vedere nuovi mezzi dovremo aspettare anni. Sostituire i treni doveva essere il primo impegni di Trenitalia, non l’ultimo.
Il Tigullio infine è l’area più penalizzata nonostante sia una zona strategica sia per i turisti sia per i flussi di pendolari. Le scelte di questi cinque anni hanno ulteriormente peggiorato il servizio. Pochi collegamenti veloci, aumentano i cambi e le città costiere sono mal servite.
E in tutto questo non si intravede un’idea di sviluppo e di futuro.
Eppure le soluzioni ci sarebbero.
Noi abbiamo in mente una Liguria che inverta la marcia, che preveda un abbonamento integrato in tutta la Regione, riveda il contratto con Trenitalia per un servizio ferroviario che vada incontro alle esigenze di studenti e pendolari con meno ritardi e mezzi all’avanguardia, ricolleghi il Tigullio al resto della Regione, per renderlo una zona strategica anziché periferica.
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