Continua la campagna “La Liguria è spenta. Riaccendiamola.” Dopo una analisi specifica sui vari temi riguardanti la sanità, il trasporto pubblico, l’ambiente e scuola nella nostra Regione, da oggi iniziamo ad approfondire un tema cardine: il lavoro.
La Liguria è da anni in crisi industriale e sta faticando molto più di altre regioni ad uscirne. Non è stato fatto in questi anni un Piano per l’occupazione, con misure ed investimenti per sostenere e innovare il settore. I tassi di disoccupazione dopo la crisi restano i più alti per il Nord Italia, sia per quanto riguarda i giovani che per gli over 50. I percorsi di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro sono troppo pochi.
Anche per quanto riguarda le opere, tutti i progetti strategici sono fermi da anni. Anche il potenziamento della banda ultralarga su tutto il territorio regionale è in ritardo.
In questi anni non si è puntato sui giovani, nessuna azione è stata intrapresa e nessuna politica è stata messa in campo per aiutare i giovani liguri a trovare occupazione nella nostra regione, obbligandoli a cercare lavoro altrove.
Anche i dati turistici purtroppo non sono migliori. I numeri sono in calo, l’aeroporto di Genova resta con collegamenti insufficienti e viene dato poco sostegno a chi vuole rinnovare la propria attività.
E in tutto da Toti e la sua giunta di centrodestra è mancata come sempre una visione chiara di futuro per la Liguria. Nonostante proclami entusiastici, siamo la Regione del nord che in questi anni è cresciuta meno. Le imprese scappano e le attività storiche sono costrette a chiudere. Chi innova, i giovani e le attività nelle aree periferiche e dell’entroterra, ne fanno le spese. Eppure sono presenti anche in Liguria esempi positivi di innovazione, ma rimangono nell’ombra.
Bisogna uscire da questa stagnazione: servono più investimenti, più collegamenti a livello internazionale e più politiche per l’occupazione.
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